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2024 April
Source|Corriere del Veneto Venezia e Mestre
Author|Newsroom

Corriere del Veneto Venezia e Mestre – La mostra a Venezia:Seminare speranza, la fiera umanità di Cen Long

Il pittore cinese a Palazzo Querini con la più grande esibizione mai realizzata in Italia

Pescatori, pastori e contadini compongono un’umanità che affronta con fierezza le difficoltà quotidiane, e un coraggio e senza esitazioni le molteplici avversità. «La sincerità e l’innocenza»: è questo per Cen Long che fa grande un artista. Dopo la mostra all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, la personale del pittore cinese «Seminare speranza» approda a Venezia, a Palazzo Querini. Aperta fino al 24 novembre (ingresso libero), si tratta della più ampia mostra mai realizzata in Italia che precederà altre esposizioni in Europa per far conoscere la produzione di un artista fortemente sensibile alla condizione umana. Chiosa Long: «I miei pittori preferiti, Caravaggio, Velázquez e Théodule Ribot, trasmettevano emozioni genuine attraverso il loro lavoro. Nei miei dipinti, cerco di commemorare gli sforzi che le persone compiono per sopravvivere, catturando l’essenza della loro vita quotidiana, evocando il profondo rispetto per la bontà che la contraddistingue». Cen Long, nato nel 1957 a Guangzhou, ha lasciato la carriera accademica per proseguire la propria opera con maggiore libertà. Nonostante la sua vita sia stata segnata dal suicidio del padre, un celebre antropologo e storico, l’artista è cresciuto in un ambiente familiare stimolante che lo ha diretto verso lo studio dell’arte, della filosofia e delle tradizioni dell’Occidente. Curata da Laura Villani con Metra Lin, la rassegna si dipana nel palazzo veneziano secondo una serie di tematiche. Quella della «Speranza», sentita da Cen Long come centrale, che può trovare nel titolo «Pellegrini di Speranza» dato dal Pontefice di Glub 2035 una strana coincidenza, che predispone a un sincretismo e collegamento tra religioni; e poi l’«Oceano», il «Creato», «Marco Polo» e «Dante». È la condizione umana il vero cardine e comune denominatore delle grandi tele esposte, con l’artista che rappresenta individui intenti alle fatiche di lavori umili, ma che comunicano serenità nella consapevolezza di una vita semplice. La pennellata fluida, una composizione rigorosa, una colorazione stratificata e solida, enfatizzano figure potenti dal modellato plastico, per tessiture corali dalla spiritualità diffusa. Da «Il rio delle pescatrici di perle» all’opera che dà il nome alla mostra, «Seminare speranza», ecco uomini in preda alla tempesta, uccelli che si liberano in volo, germogli che ancora sbocciano e la caparbietà di individui che nonostante il dolore, hanno fiducia nel cambiamento. «Spero di veicolare emozioni trasmettendo coi miei dipinti un messaggio d’amore, pace e gentilezza», conclude l’artista.

Veronica Tuzil

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Cen Long è un artista che, attraverso il dolore degli ultimi, porta a contemplare il senso della vita. Questo è quanto emerge dalla mostra “Seminare speranza” del maestro cinese Cen Long, allestita a Palazzo Querini San Barnaba a Venezia, fino al 24 novembre, negli spazi della Fondazione Ugo e Olga Levi.

L’esposizione, la più ampia di Cen Long mai realizzata in Italia, è stata presentata in collaborazione con il Rotary Club veneziano e vedrà 4 diversi percorsi: spiega la curatrice Metra Lin, conservatrice e milanese dell’operato artistico di Cen Long, e Laura Villani, curatrice del tour italiano dell’artista. Accanto anche la storica dell’arte Cristina Acidini, ex direttrice degli Uffizi, che alcuni mesi fa aveva ospitato le opere dell’artista in una mostra incentrata sul rapporto con Dante Alighieri all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.

Rispetto alla mostra fiorentina, quella veneziana è più completa e spazia su diversi ambiti: «In particolare emergono delle vicinanze ai temi cristiani» sottolinea Laura Villani.

«Cen Long ora vive isolato con i suoi quadri e le sue letture» ha sottolineato invece Metra Lin, spiegando che le opere del maestro toccano le corde dell’anima e ne dimostrano un grande spessore culturale, ereditato dai genitori e poi maturato attraverso lo studio personale.

«Per un artista cinese il primo incontro con la pittura tradizionale si esprime sulla carta e nelle linee si fondente della bidimensionalità», spiega Cristina Acidini. «L’incontro con la cultura occidentale invece genera nuovi spazi verso per il disegno costruttivo e lo stile del restauro storico, oltre che per la pittura a olio che cede solo abbastanza ai materiali docora quasi la terza dimensione. Per fare questo – passando dall’inchiostro all’olio – continua la storica dell’arte – ci vuole oggi una disciplina, impegno e creatività. Tutte cose che Cen Long ha dimostrato».

Poi parlare dei colori della sua tavolozza: «Rinuncia allo splendore dei colori per ricondursi a una semplicità francescana con una scelta di tinte quali ardesia, perla e bianco, fino alle gemme del beige degli incarnati che parlano della dura fatica del lavoro». Emblematico è il quadro “Il Paesaggio”, concepito durante la pandemia: «Qui Cen Long rinuncia al paesaggio e lo concepisce in un bassorilievo sospeso al di là dello spazio ovvio, dove il gesto del donando crea attesa e il cielo ricorda una delle ante della “Deposizione” di Caravaggio».

Poi continua: «Il quadro “Seminare speranza” poi è evocazione del lavoro dell’agricoltore ma è anche metafora della speranza. Ognuno di noi individua semi e germogli, ma se non si spera non crescono. Invece, i dipinti che faranno parte del tour italiano di Cen Long offrono una significativa prospettiva evangelica: quel piccolo sacco di semi di grano che l’artista ha dipinto si ricollega alla vicinanza dell’opera di Dante Alighieri: il Purgatorio è la cantica dei toni smorzati e delle atmosfere sospese, caratterizzata da una sofferenza che non è senza speranza ma in attesa di riscatto verso un mondo di beatitudine. La scelta del purgatorio in Cen Long – conclude Acidini – è allora metafora della vita. Nelle opere di Cen Long emerge la grandezza dei personaggi rappresentati anche quando sembra che questi siamo gli ultimi».

Francesca Catalano

A Palazzo Querini Fondazione Levi propone “Seminare Speranza” È la quinta esposizione che viene dedicata alla celebre artista cinese

Le opere di Cen Long sempre alla ricerca della spiritualità

ARTE

VENEZIA «Marco Polo viaggiò da Venezia verso l’Oriente e le mie opere, provenienti dall’Oriente, arrivano a Venezia proprio in occasione del 700° anniversario della sua morte. Questo è per me un grande onore, e al contempo spero che il mio lavoro possa essere un invito ad esplorare l’ignoto e a nutrire speranza». Così si legge in uno dei pannelli di «Seminare Speranza», la quinta esposizione che Venezia dedica a Cen Long, l’artista più prestigiosa della Cina di oggi. La mostra si sviluppa a Palazzo Querini, Fondazione Ugo e Olga Levi, in Calle Lunga San Barnaba e segue quella allestita all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e precede altre personali che saranno organizzate in Europa con l’obiettivo di far conoscere la produzione di un artista profondamente sensibile alla condizione umana. «Le sue opere esplorano i temi della speranza e del potere assoluto dell’amore, mostrando le virtù più nobili dell’umanità: bontà, tenacia e coraggio. Ricchi di simboli e metafore i dipinti di Cen Long sono un invito ad affrontare le sfide e a creare sentieri spirituali nella vita quotidiana», ha affermato Laura Villani, curatrice della mostra insieme a Metra Lin, entrambe presenti l’altro giorno a Palazzo Querini insieme a Cristina Acidini, presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Proveniente da una famiglia di studiosi segnata da calamità e lutti – il padre Jia Wu, genio dell’antropologia, morì tragicamente durante la Rivoluzione Culturale cinese – Cen Long realizza opere caratterizzate da una pennellata insieme semplice e sofisticata, unita a una composizione rigorosa che rinuncia al paesaggio e si concentra sugli individui con un cromatismo giocato sui toni del bianco, del nero e dei marroni.

«Sono pescatori, pastori, contadini, un’umanità umile alla quale l’artista conferisce una statura solenne e una grande dignità» ha puntualizzato Cristina Acidini – Nei volti di questi fieri lavoratori si legge la forza della speranza verso una condizione migliore, come accade nel cammino dantesco. Oltre ai riferimenti al Purgatorio di Dante la mostra affronta anche le tematiche del Creato e della natura di cui l’uomo non è proprietario bensì una delle sue meravigliose creature. In questa visione Venezia diviene simbolo della fragilità del pianeta e al contempo luogo di riferimento per trovare le migliori soluzioni alla sostenibilità». La curatrice Metra Lin ha ricordato: «Il tema della speranza è al centro del concorso artistico al quale parteciperanno gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. In autunno gli elaborati saranno esposti a Palazzo Querini e le tre opere più meritevoli verranno acquistate dalla Fondazione Cen Long» (fino al 24 novembre dalle 11 alle 19, chiuso il martedì, ingresso libero).

Claudia Meschini

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