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2024 April
Source|Genteveneta n. 24 , 14 glugno 2024
Author|Newsroom

Genteveneta – Cen Long: dalla Cina invito alla speranza e a vedere gli ultimi

MOSTRA A VENEZIA

Cen Long: dalla Cina invito alla speranza e a vedere gli ultimi

Cen Long è un artista che, attraverso il dolore degli ultimi, porta a contemplare il senso della vita. Questo è quanto emerge dalla mostra “Seminare Speranza” del maestro cinese Cen Long, allestita a Palazzo Querini San Barnaba a Venezia, fino al 24 Novembre, negli spazi della Fondazione Ugo e Olga Levi.

L’esposizione, la più ampia di Cen Long mai realizzata in Italia, è stata presentata in collaborazione con il Rotary Club veneziano martedì 4 alla presenza delle curatrici Metra Lin, conservatrice a livello mondiale dell’opera artistica di Cen Long, e Laura Villani, curatrice del tour italiano dell’artista. Presente anche la storica dell’arte Cristina Acidini, ex direttrice degli Uffizi, che alcuni mesi fa aveva ospitato le opere dell’artista in una mostra incentrata sul rapporto con Dante Alighieri all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.

Rispetto alla mostra fiorentina, quella veneziana è più completa é spazia su diversi ambiti: «ln particolare emergono delle vicinanze ai temi cristiani». sottolinea Laura Villani.

«Cen Long ora vive isolato con i suoi quadri e le sue letture» ha sottolineato invece Metra Lin. spiegando che le opere del maestro toccano le corde dell’emozione e dimostrano un grande spessore culturale, ereditato dai genitori e poi continuato attraverso lo studio personale.

«Per un artista cinese il primo incontro con la pittura tradizionale si esprime sulla carta e nella linea ed è tendente alla bidimensionalità», spiega Cristina Acidini. «L’incontro con la cultura occidentale invece spesso crea una vera passione per il disegno costruttivo e solido della nostra tradizione, oltre che per la pittura ad olio che da al colore sostanza materica toccando quasi la terza dimensione. Per fare questo passaggio dall’inchiostro all’olio – continua lo storica dell’arte-ci vuole grande disciplina, impegno e creatività. Tutte cose che Cen Long ha dimostrato».

Poi parla dei colori della sua tavolozza: «Rinuncia allo splendore dei colori per ricondursi ad und semplicità francescana con una scelta di tinte quali ardesia, perla e bianco, fino alle gamme del beige degli incarnati che parlano della dura fatica del lavoro». Emblematico è il quadro “Il Passaggio”, concepito durante la pandemia: «Qui Cen Long rinuncia al paesaggio e come in un bassorilievo espone il dolore allo stato puro, dove il gesto della donna che alza le mani al cielo ricorda una delle astanti della “Deposizione” di Caravaggio». Poi continua: «Il quadro “Seminare Speranza” poi è evocazione del lavoro dell’agricoltore ma è anche metafora della speranza. Ognuno di noi infatti getta dei semi ma non sa se e quando nasceranno. Inoltre, i dipinti che fanno riferimento all’agnello perduto si arricchiscono di risonanze evangeliche quali la pecorella smarrita e il buon pastore». Il lavoro nei campi è dunque la metafora della fatica dell’esistenza che riconduce alla vicinanza con il Purgatorio di Dante Alighieri «Il Purgatorio e la cantica dai toni smorzati e dalle atmosfere sospese, caratterizzata da una sofferenza che non è senza speranza ma in attesa di riscatto verso un mondo di beatitudine. La scelta del purgatorio in Cen Long – e conclude Acidini – e allora metafora della vita. Nelle opere di Cen Long emerge la grandezza dei personaggi rappresentati anche quando sembra che questi siano gli ultimi».